L'ARTE

RIGENERARE,
RIVITALIZZARE,
RINASCERE

CondoArt è nato e si è sviluppato come una sorta di grande installazione che non si risolve nel tempo limitato di una mostra, ma si fissa come un’esperienza estetica ed esistenziale permanente, rinnovata ogni volta in cui ogni abitante, visitatore o, potremmo quasi dire, spettatore, ne diviene componente essenziale in un percorso partecipato in cui le presenze umane diventano elementi attivi di un’opera vissuta e non semplicemente percepita.

Si configura dunque come una vera e propria opera d’arte che fonde forme espressive e linguaggi diversi, in un progetto dove l’architettura e la pittura si integrano perfettamente anche grazie alle soluzioni innovative offerte dalle tecnologie contemporanee.
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ELIO CAVONE - L'ARTISTA
"Ho lavorato sui colori, sulle linee verticali e orizzontali per dare slancio e movimento alla struttura rigida del fabbricato.

Ho cercato cromatismi e forme cangianti, curve di materie che potessero interpretare il ritmo e il movimento naturale della città. Portare i passanti verso una visione futuristica, dare energia vitale a un contesto monocromatico, dare spinta all’arte.

La mia ispirazione parte da Boccioni che fu precursore nel primo novecento, con la sua “città che sale”, di una visione nuova delle architetture urbane. Così come le grandi installazioni che colorano le metropoli più importanti del mondo. Penso al fagiolo in acciaio di Anish Kapoor a Chicago, al Pesce d’Oro di Frank Gehry a Barcellona e al museo in titanio nelle sue torsioni esterne di Bilbao. L’arte nei contesti urbani è irruzione e trasgressione. Qualcuno ha detto che senza utopia non ci sarebbe il progresso. Questa è la spinta artistica che ha dato vita al Condoart."
La scelta del vetro per la facciata e per il portone, in uno scambio ininterrotto di luce e di colore tra interno ed esterno, la compenetrazione dei piani e delle forme tra costruzione architettonica e pittorica, rendono la presenza dell’edificio sulla strada come un corpo fluttuante, una presenza cromatica viva che si proietta nello spazio urbano.

Seguendo la sua poetica di artista astratto, Cavone ha pensato a un modulo allo stesso tempo sintetico e poetico, composto sulle variazioni tonali di un blu attraversato da segni bianchi che non riempie completamente il supporto ma lascia aperto lo scambio di visioni tra esterno e interno, formando un piano vibrante in dialogo diretto con il cielo che lo sovrasta, evocando quasi una grande distesa di acqua e di luce che si apre sulla città come una presenza misteriosa e splendente.

Questa visione compositiva si amplifica poi nello spazio dell’androne, dove le forme spezzate unite al colore danno vita a un effetto ascensionale amplificato da una forza che si potrebbe definire quasi scenografica.
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Come un percorso di sublimazione e di alleggerimento, l’intero complesso è infine arricchito dalla levità degli spazi dei corridoi, dove il dinamismo formale è acuito dalla progettazione efficace delle luci artificiali che accompagnano con discrezione gli interventi segnico-pittorici pensati con intelligente rigore da Cavone, in una sorta di viaggio luminoso in cui il colore e la luce artificiale dialogano e tracciano la strada lucente che accompagna finalmente agli spazi degli appartamenti.

Proprio gli appartamenti diventano così il coronamento raffinato e intimo di un progetto integrato come CondoArt, in cui le arti si trasformano felicemente in un nuovo modo di vivere e di condividere lo spazio abitativo privato e comune, formando, senza soluzione di continuità, un innovativo modello estetico che fonde la bellezza della dimensione privata e domestica alla volontà di dare un messaggio intenso e deciso di qualità estetica allo spazio urbano e alla comunità che lo condivide.
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